La storia dei pescatori-eroi di Vaccarella (1941) 29 Dicembre 2011 Rubriche Il 19 aprile 1941, in pieno secondo conflitto mondiale, un idrovolante italiano mod. Cant Z.501, denominato anche “Gabbiano”, finiva in mare a circa un miglio dall’hangar di Milazzo, allora ubicato nel porto, dirimpetto ai Molini Lopresti. I soccorsi non tardarono ad arrivare, tanto che alcuni pescatori di Vaccarella, prontamente giunti sul luogo del sinistro, furono segnalati dall’autorità municipale per una ricompensa al valore civile. Peppino Cambria Un provvedimento podestarile – gentilmente concesso allo scrivente dalla Segreteria Generale del Comune di Milazzo – tramanda l’accaduto: vi si leggono, tra gli altri, i nominativi di alcuni dei più esperti pescatori del rione marinaro, peraltro recentemente scomparsi, da Peppino “Felice” Cambria (1910-2003) a Francesco Cutugno (1909-2006) ed a Pasquale Maisano (1908-2006), padre del “Negus” e di Ciccio «da rutta». «Il 19 aprile 1941 – si legge nel dettagliato rapparto dei Carabinieri allegato al suddetto provvedimento podestarile – verso le ore 19,30, l’idrovolante nazionale C.A.N.T.Z. 501, reduce da un servizio di scorta, durante l’ammaraggio, a circa un miglio dall’Aeroporto di Milazzo, capottava, subendo gravi avarie. In soccorso dell’equipaggio partiva subito la motobarca del locale aeroporto con a bordo gli avieri scelti Gullo Giuseppe e Nasisi Filippo, nonché il motorista Foridù Filippo. Quasi contemporaneamente ai predetti, dalla riva e precisamente dal punto più vicino al luogo dell’incidente, si staccavano diverse barche che, a forza di remi, si diressero ugualmente verso l’apparecchio sinistrato, per prestare soccorso. I primi a raggiungerlo furono, però, gli avieri e dopo pochi istanti la barca di proprietà di certo Romagnolo Mariano da Milazzo (…). Poiché l’equipaggio dell’idrovolante era costituito da sei persone, di cui due Ufficiali, e gli avieri da soli non potevano operare il trasbordo, richiesero l’ausilio di alcuni uomini di detta barca. In tal modo alcuni di costoro e precisamente i primi sette elencati, passati nella motobarca assieme agli avieri, cooperarono al salvataggio dell’equipaggio, che venne trasportato subito al locale Ospedale Civile. Frattanto altre barche avevano raggiunto l’apparecchio, però ormai la loro opera non era più di alcuna utilità. Fra queste vi era anche la barca dove avevano preso posto il maresciallo Maggiore Pancaro Antonino del locale Aeroporto, il dr. Fagà Oreste ed il sergente maggiore dell’Aviazione Melodia Domenico, condotta da tre o quattro pescatori. Nella circostanza l’aiuto prestato agli infortunati dai primi accorsi, unitamente agli avieri della motobarca, è stato spontaneo ed efficacissimo, in quanto un eventuale ritardo sarebbe stato fatale per la vita dei componenti l’equipaggio suddetto, che si trovava in critica situazione, anche per la gravità delle ferite riportate. (…) I rimanenti nominativi (…) non parteciparono al salvataggio, ma si diressero in barca verso l’apparecchio sinistrato in un secondo tempo, quando l’equipaggio era stato già trasportato nella motobarca, la quale era ormai sulla via del ritorno verso la spiaggia. Molte altre persone che stavano sulla riva cooperarono nell’aiutare gli aviatori infortunati a raggiungere l’Ospedale nel breve tratto di circa 50 metri, che separava il mare dall’ingresso dell’Ospedale stesso, come d’altra parte tutti i medici locali: dr. Cambria Domenico, l’Ufficiale Sanitario dr. Santi Aragona, il predetto dr. Fagà Oreste e lo stesso Direttore dell’Ospedale Prof. Giovanni Impallomeni, fecero a gara per apprestare le cure del caso ai feriti. Si ritiene opportuno precisare che nella circostanza circa mille persone si trovavano nei pressi dell’Ospedale e molte di esse si offersero spontaneamente a prestare la propria opera per gli infortunati». Di seguito i nominativi dei soccorritori (i primi sette furono segnalati per la ricompensa al valore civile): «1° – Caposquadra della Dicat (Milizia per la Difesa Contraerei Territoriale, ndr): Ragusi Antonino fu Francesco e fu Proto Tommasa, nato a Milazzo il 26 ottobre 1891, residente a Messina nella VI Legione Milmarti, iscritto al PNF (Partito Nazionale Fascista, ndr) dal 3 marzo 1925; 2° – D’Amico Francesco fu Giuseppe e di Pantano Rosalia, nato a Milazzo il 17 dicembre 1898, ivi abitante via Marina Garibaldi n. 193, falegname, non iscritto al PNF, ma di idee favorevoli; 3° – Cutugno Giovanni fu Francesco e di Salmeri Maria Venera, nato a Marsala il 2 febbraio 1893, abitante via Marina Garibaldi n. 185, pescatore, iscritto al PNF dal 3 marzo 1925; 4° – Salmeri Stefano di Francesco e di Lo Presti Francesca, nato a Milazzo il 25 febbraio 1912, ivi residente via S. Andrea II, pescatore, non iscritto al PNF, ma di idee favorevoli al Regime; 5° – Salmeri Giuseppe di Santo e di Basile Santa, nato a Milazzo il 2 maggio 1910, ivi residente, S. Maria Maggiore 80, pescatore, non iscritto al PNF, ma di sentimenti favorevoli al Regime; 6° – Cartesio Saverio di Stefano e di Cambria Rosaria, nato a Milazzo il 18 ottobre 1905, ivi residente via Marina Garibaldi 154, pescatore, non iscritto al PNF, ma di idee favorevoli al Regime; 7° – Salmeri Santo di Stefano e di Camarda Rosaria, nato a Milazzo il 25 ottobre 1910, ivi residente S. Maria Maggiore n. 91, pescatore, non iscritto al PNF, ma di idee favorevoli al Regime; 8° – Cambria Giuseppe di Felice e di Piraino Rosaria, nato a Milazzo il 20 luglio 1910, ivi abitante Via S. Maria Maggiore n. 62, pescatore, non iscritto al PNF, ma di idee favorevoli al Regime; 9° – Cambria Vincenzo di Matteo e di Chillemi Giovanna, nato a Milazzo il 25 febbraio 1922, ivi residente, via Marina Garibaldi n. 220, pescatore, iscritto alla GIL dal 1937; 10° – Salmeri Stefano di Santi e fu Conte Maria, nato a Milazzo il 1° ottobre 1882, ivi residente Via S. Maria Maggiore n. 91, pescatore, non iscritto al PNF, ma di idee favorevoli al Regime; 11° – Galileo Santi di Matteo e di Lazzaro Stefana, nato a Milazzo il 4 aprile 1920, ivi residente via S. Andrea n. 4, pescatore, iscritto alla GIL dal 1936; 12° – Cambria Salvatore di Pasquale e di D’Amico Maria, nato a Milazzo il 29 gennaio 1901, ivi residente, Via Marina Garibaldi 187, pescatore, non iscritto al PNF, ma di idee favorevoli al Regime; 13° – Cutugno Francesco di Santo e di Galileo Francesca, nato a Milazzo l’11 aprile 1909, ivi residente via Marina Garibaldi 114, pescatore, non iscritto al PNF, ma di idee favorevoli al Regime; 14° – Maisano Pasquale fu Antonino e fu Buta Domenica, nato a Milazzo il 3 giugno 1908, ivi abitante in via Marina Garibaldi 164, pescatore, non iscritto al PNF, ma di idee favorevoli al Regime». MASSIMO TRICAMO Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 3.371 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT