Fu il rais della Tonnarella del Pepe, «’a Tunnarèdda ‘u Pipi», calata nell’omonima baia del Promontorio. Di Salvatore Conte (1868-1947) rimangono soltanto i ricordi e questa foto, gentilmente concessa dal nipote italo-statunitense Mr. Sal Conte. A lui spettava dunque sovraintendere l’intero procedimento di pesca del tonno: in tonnara era il rais («’u ràsi»), la massima autorità. Pare che intorno agli anni Venti-Trenta sia stato designato, ancora una volta quale rais, per il calato dell’antica Tonnara Grande del Porto di Milazzo, abbandonata da anni, i cui magazzini sorgevano nell’area oggi occupata dal distributore AGIP sito vicino la vecchia stazione ferroviaria: alla fine però non se ne fece nulla e la Tonnara del Porto continuò a versare in condizioni di abbandono.

Rasi Salvatore

 

Pescatore milazzese, emigrò nel 1912 negli Usa, dove continuò a pescare. Si stabilì ad Astoria, nell’Oregon. Come attestano gli antichi registri del porto di New York, pubblicati online nel sito www. ellisisland.org, il 26 marzo 1912 raggiungeva le banchine portuali poste in prossimità della gigantesca Statua della Libertà a bordo del transatlantico “America”, salpato dal porto di Napoli. A bordo dell’America, insieme a lui, altri quattro milazzesi, registrati dalle autorità del porto di New York quali marinai (“sailors”) e tutti diretti, come lui, ad Astoria: il pescatore 44enne Onofrio Leto (coniugato con Rosaria Castellano), il sedicenne Giacomo Leto, il 29enne Stefano Salmeri (coniugato con Rosaria Camarda) ed infine il 21 enne Girolamo Lo Presti, il quale, come lui stesso ebbe a dichiarare alle suddette autorità newyorkesi il 26 marzo 1912, era figlio del pescatore milazzese Gaetano Lo Presti e di Nunziata Conte, verisimilmente parenti di Salvatore Conte nonché cugini di Nino Lo Presti, rais della Tonnara del Tono. Il rais Conte, dai milazzesi chiamato anche “rasi Lionte”, dopo essersi trasferito a Gloucester (Massachusetts), importante centro per l’industria del pesce sito in prossimità di Boston, sarebbe tornato a Milazzo, dove avrebbe continuato a pescare sino al 1947, anno della sua morte.

MASSIMO TRICAMO