Vendo la macchina e divento pescatore 19 Novembre 2011 Rubriche Ha venduto l’auto per acquistare una barca e diventare pescatore. Giuseppe Maisano, 24 anni, è come i salmoni. Va controcorrente. Mentre il settore è in crisi e gli operatori del settore pesca, poco più di 600 in provincia di Messina, tentano altre vie, lui, originario di Vaccarella, il rione dei pescatori, ha deciso di seguire le orme del nonno Peppino, conosciuto come “Marasuli”, scomparso nel 2001. A muoversi a difesa del settore anche il sindaco Carmelo Pino che nei giorni scorsi ha scritto al presidente della Regione, Raffaele Lombardo e all’assessore regionale Elio D’Antrassi per chiedere interventi concreti a favore della marineria locale che al pari di quella delle altre città siciliane sta vivendo uno stato di forte crisi a causa delle continue restrizioni imposte dai regolamenti comunitari. Giuseppe MaisanoNella lettera Pino evidenzia l’antica tradizione della marineria milazzese, con famiglie di pescatori provenienti da generazioni che oggi si ritrovano a dover vivere in condizioni di precarietà proprio per l’assenza di fondi a sostegno del reddito. “Si tratta di persone che credono in questo lavoro – scrive Pino – consapevoli che il lavoro oltre ad essere fonte di reddito è un dignità della persona ed orgoglio di portare a casa il frutto della loro fatica”. Il sindaco di Milazzo chiede che nella nuova Finanziaria regionale, il governo Lombardo inserisca quegli strumenti, di natura anche finanziaria, che consenta ai pescatori di poter continuare a svolgere il loro lavoro, evitando che in una fase così difficile si registri la perdita di altri posti di lavoro“. Nonostante questo Giuseppe Maisano da mesi ha cominciato la sua attività. «Ho fatto mille lavori – spiega – ho lavorato saltuariamente nelle ditte della raffineria, ma pagavano poco e spesso rimanevo a casa in attesa della chiamata. Ho deciso di diventare pescatore perchè mi è sempre piaciuto il mare, tutta la mia famiglia ha questa passione. Mio fratello Damiano aveva deciso di seguire le orme di mio nonno, ma poi ha deciso di non continuare». Peppe in passato faceva parte di un equipaggio di Vaccarella, ora va a mare con il cugino Giuseppe Salmeri. Il mare non è quello di una volta. Ora si deve lottare con la mucillagine dei fondali e con i delfini, una presenza sempre più numerosa nel mare di Milazzo, che distruggono le reti, le stesse che gli ha lasciato il nonno in eredità. La barca in legno si chiama “Marasuli” in onore del nonno, l’ha acquistata dallo zio con i proventi della vendita della sua auto una Alfa 147. L’ha fatto modificare (trattamento con resina) ed attrezzare con moderni verricelli. «La mia giornata comincia alle 4,30 – racconta Giuseppe – tiro le reti fino alle 9. Poi scendo a terra per vendere i pesci. Nel pomeriggio ritorno a mare a rigettare le reti in mare per farle stare tutta la notte. E’ una faticaccia, ma finalmente faccio il pescatore. Questa è la vita che volevo fare». GIANFRANCO CUSUMANO Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 2.569 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT