Aree Sin, anche a Milazzo cresce la mortalità (+15%) 9 Novembre 2011 Ambiente ”La mortalita’ nei siti contaminati e’ risultata del 15% piu’ elevata di quella media regionale per le cause di morte correlate al rischio ambientale”. A dirlo Enrico Garaci, presidente dell’Istituto sanitario di sanita’ (Iss), in relazione ai risultati dello studio sui 44 territori a rischio inquinamento (aree Sin) che hanno riscontrato un eccesso di mortalita’ complessivo di circa 1200 casi l’anno, particolarmente evidente nei siti inquinati dell’Italia meridionale. In Sicilia i siti oggetto dello studio, durato cinque anni, sono Milazzo, Gela, Priolo e Biancavilla. L’area industriale vista dal Castello Lo studio è stato presentato al 35° congresso annuale dell’associazione italiana di epidemiologia. La maggior parte dei dati raccolti proviene dai progetti di bonifica ipotizzati per le aree private industriali. I siti studiati sono costituiti da uno o più Comuni e la mortalità è stata studiata per ogni sito, nel periodo 1995-2002, attraverso indicatori ad hoc. Per realizzare questo studio, infatti, è stato messo a punto un complesso sistema di analisi che tiene conto delle tante variabili che possono causare una malattia. Sono state esaminate globalmente 63 cause di morte nella popolazione residente, tenendo conto anche delle condizioni socio-economiche dei comuni esaminati. La presenza di amianto (o di fibre asbestiformi a Biancavilla) è stata la causa esclusiva per il riconoscimento di sei siti di interesse nazionale per le bonifiche e “in tutti i siti si sono osservati incrementi della mortalità per tumore maligno della pleura”, si legge nel’abstract dello studio dell’Iss. Non ci sono dubbi quindi che l’amianto uccida, che vi sia un rapporto causale certo tra l’amianto e il tumore maligno della pleura. “La correlazione è certa però solo nel caso del mesotelioma pleurico da amianto. Per le altre malattie l’ambiente è uno dei fattori che ha concorso all’insorgenza della patologia”, spiega uno degli autori dello studio, Pietro Comba, direttore del Reparto di Epidemiologia Ambientale dell’Istituto Superiore di Sanità, che però aggiunge: “Lo studio ha mostrato un eccesso di mortalità complessivo di circa 1200 casi l’anno, particolarmente evidente nei siti inquinati dell’Italia Meridionale”. Condividi questo articolo Facebook Twitter Email Print Whatsapp Linkedin Visite: 1.504 CONTINUA A LEGGERE SU OGGIMILAZZO.IT